Deliziosi sulla tavola, pericolosi in mezzo al mare. Il riccio marino è considerato un frutto gustoso regalato dal mare per accompagnare i pasti della stagione estiva. In questo articolo il nostro intento è imparare a evidenziare le informazioni essenziali su questo alimento gustosissimo, sulla sua struttura e sulle sue caratteristiche.
Vediamole insieme.
Dove si trovano i ricci di mare?
Partiamo dall’inizio, cosa sono i ricci di mare? Sono organismi marini invertebrati, appartenenti alla classe Echinoidea per la presenza massiva di aculei. Ne esistono circa 950 tipologie in tutto il mondo, anche se non vengono considerati ovunque come degli alimenti.
I Paesi in cui troviamo una maggiore diffusione circondano il Mar Mediterraneo, Italia e Francia in prima linea, e l’Oceano Atlantico Orientale. Vengono notevolmente apprezzati anche da nazioni come il Cile, il Giappone, l’Alaska e la Nuova Zelanda.
L’habitat prediletto dai ricci di mare sono gli scogli e i fondali rocciosi, generalmente in zone profonde e poco illuminate. La specie che popola il fondo marino del Mediterraneo, vive a circa 30 metri di distanza dalla superficie attaccata alla Posidonia oceanica, pianta acquatica tipica del luogo.
La presenza di questi esemplari è il segnale naturale della pulizia delle acque: essi tendono a fuggire da ambienti inquinati, preferendo invece aree incontaminate.
Come sono fatti?
Osserviamo ora come sono fatti. I ricci di mare hanno una forma rotonda e sono protetti da un guscio duro, ricoperto da più di un migliaio di spine. Gli aculei svolgono una funzione importantissima per l’animale, permettendogli di spostarsi lungo le pareti di roccia e nei fondali e di proteggersi dalla caccia dell’uomo. La loro pericolosità varia a seconda della specie di riccio: quelli più comuni, colpiscono i pescatori infilzandoli sulla carne ma senza rilasciare alcuna nocività. Al contrario, nei mari tropicali esiste una tipologia nota come “riccio di fiori”, che possiede delle spine cariche di veleno.
I ricci possono essere di vari colori, a seconda del sesso. Solitamente, gli esemplari maschili sono di colore nero, mentre i femminili hanno tonalità viola, marroni, rosse, verde oliva, ma anche rosa e blu.
La respirazione avviene in una maniera singolare. Oltre che a livello cutaneo, questi animali marini respirano attraverso delle branchie. Queste, denominate “Lanterna di Aristotele”, pompano continuamente l’acqua e costituiscono un apparato masticatore costituito da 5 denti che gli consente di nutrirsi.
Dal punto di vista riproduttivo, sono costituiti da 5 gonadi, o uova, ovvero dei filamenti di colore giallo/arancione che, disposti all’interno del guscio, riproducono la forma di una stella. Questa conformazione è presente generalmente nei ricci femmina.
Cosa mangiano?
I ricci che vivono nelle parti rocciose dell’ambiente marino sono prevalentemente erbivori. La vegetazione offerta dalle alghe costituisce la loro principale fonte di cibo e vi si attaccano finché non le hanno divorate completamente.
Diversamente, altre tipologie di ricci di mare si nutrono delle sostanze organiche depositate sul fondo sabbioso:
- conchiglie
- piccoli sassi
- spugne
- altri animali marini
Arrivati a questo punto, non ci rimane che scoprire come e in che periodo fare scorta di questi esemplari.
Ricci di mare: quando si possono pescare?
La pesca dei ricci ha una regolamentazione ferrea sulla quantità e il periodo di raccolta. È la conseguenza di una tendenza passata alla pesca indiscriminata, responsabile del danneggiamento della flora e della fauna marina di molte regioni italiane. Prendendo come esempio la Sardegna, le attività di pesca possono avvenire nel periodo che va dal 1 novembre al 30 marzo, con una quantità di pescato non superiore alle 50 unità per persona.
Per le aziende il discorso è diverso. Si parla di circa 3000 ricci, pescati rigorosamente da professionisti che possiedono una licenza regolare. La stagione propizia per la raccolta dei ricci è la primavera.
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Come si pescano?
Potete riconoscere i ricci commestibili attraverso determinate caratteristiche. Per primo, se il colore dell’animale si aggira attorno al marrone-violaceo è segno che vi trovate davanti al cosiddetto “riccio femmina”, portatore di uova. Inoltre, può esservi d’aiuto anche l’aspetto del suo guscio. Presentando una forma più regolare del resto della specie, questa tipologia è ricoperta da spine meno fitte ma piuttosto robuste che permettono di riconoscerla in mezzo alle altre.
Tenetevi lontani, invece, dai ricci che si mostrano con un guscio più ovale e con gli aculei corti e poco robusti. Solitamente, quelli non commestibili si depositano nella melma o nei detriti. Un motivo in più per non pescarli.
È il momento di capire in che modo pescare i ricci di mare. Aiutatevi con un coltello, mettendo la lama al di sotto del frutto e tirandolo via facendo una leggera pressione. Mettetelo poi all’interno di una retina, facendo attenzione a non ferirvi con le spine.
Piccola curiosità: talvolta gli stessi ricci diventano un mezzo per attirare i pesci più piccoli. Durante le immersioni subacquee, vengono aperti e utilizzati per avvicinare le altre specie marine o per attività ludiche.