Quando si parla del mare tornano subito in mente i felici ricordi dell’estate passata: le passeggiate a riva, gli aperitivi al tramonto con i piedi ancora pieni di sabbia, i tuffi dagli scogli e i falò di notte con gli amici e una chitarra.
Per molte persone il mare invece è sinonimo di inquietudine, malessere e paura di quell’enorme distesa di acqua che sembra voglia intrappolarli.
Altri ancora, i veri lupi di mare, rimangono sempre affascinati dal mare in burrasca e dal frangersi delle onde.
Per noi di Nieddittas il mare non rappresenta solo il nostro lavoro, ma è vita.
Qual è il vostro rapporto con il mare? Per noi è davvero difficile rimanere impassibili davanti al mare sentendo l’odore della salsedine e lo sciabordare delle onde.
Anche persone illustri del passato e del presente si sono fatte più volte ispirare dalla potenza del mare; così abbiamo pensato di citare 12 frasi sul mare celebri.
Autori francesi
Charles Baudelaire è lo scrittore parigino nato nel 1821 e morto nel 1867 che è considerato il padre dei poeti maledetti, ovvero quei poeti dal talento incompreso che conducevano una vita provocatoria e degradante per rigettare la società.
I fiori del male è l’opera maggiore del poeta in cui si declamano le bellezze del male appunto; a causa dei temi trattati in alcune poesie Baudelaire è stato condannato per oscenità e offesa della morale e del buon costume, condanna che è stata revocata solo verso la metà del Novecento.
L’uomo e il mare è una delle poesie che fa parte della raccolta e già dal titolo si può intuire il parallelismo che il poeta ha creato tra i due soggetti: “Uomo libero, sempre tu amerai il mare! / Il mare è il tuo specchio: contempli l’anima tua / nell’infinito srotolarsi / della tua onda, / e il tuo spirito / è un abisso non meno amaro.”
In questa prima strofa il mare diventa lo specchio in cui far riflettere l’essenza dell’uomo e l’abisso non si riferisce solo alla profondità del mare, ma anche alla grandezza dell’animo umano. Alla fine della poesia i due elementi sono uniti da un rapporto fraterno, poiché entrambi grazie alla potenza delle onde e dell’animo umano hanno saputo affrontare ogni lotta.
Gustave Flaubert è un altro scrittore francese dell’Ottocento, famoso soprattutto per il romanzo Madame Bovary che gli è costata l’accusa di immoralità.
Oltre il romanzo già citato, L’Educazione sentimentale e Salammbô l’autore ha scritto altre opere minori come Il dizionario dei luoghi comuni, un’opera in cui attraverso la spiegazione di alcune parole, ovvero dei luoghi comuni, Flaubert descrive la stupidità umana.
In questo libricino si può trovare una delle frasi sul mare più interessanti: “Mare. Non ha fondo. Immagine dell’infinito. Fa venire grandi pensieri. In riva al mare bisogna sempre avere un cannocchiale. Quando lo si guarda, dire sempre «Quanta acqua!»”.
In giro per l’Europa
“Lo spettacolo del mare fa sempre una grande impressione. Esso è l’immagine di quell’infinito che attira senza posa il pensiero, e nel quale senza posa il pensiero va a perdersi”. È la citazione della grande scrittrice e baronessa francese Madame de Staël, che dopo un viaggio in Italia ha scritto Corinna o l’Italia, che racconta dell’incontro di un ragazzo britannico e di una poetessa italiana ed è considerato il primo romanzo letterario scritto da una donna nell’Ottocento.
Joseph Conrad è stato uno scrittore polacco di fine Ottocento, che ha passato parte della sua vita in Inghilterra, tanto da essere considerato uno dei più grandi scrittori di prosa in lingua inglese. Le sue opere più importanti come La follia di Almayer, Un reietto delle isole e Nostromo sono romanzi di avventura caratterizzati dalla conflittualità interiore dei protagonisti e dalla descrizione drammatica degli ambienti. L’ispirazione per questi testi è data senz’altro dall’esperienza come marinaio che l’autore ha avuto durante gli anni della giovinezza, un vero lupo di mare che una volta abbandonata la vita in nave, ha deciso di dedicarsi alla scrittura.
Fra le frasi sul mare che volgiamo ricordare non poteva quindi mancare una sua citazione: “Il mare non cambia mai e il suo operare, per quanto ne parlino gli uomini, è avvolto nel mistero”, dal racconto Cuore di tenebra, e ancora “Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza” dal romanzo Lo specchio del mare.
Jean Claude Izzo è stato uno scrittore giornalista con radici italiane nato a Marsilia nel 1945 e morto nel 2000, famoso soprattutto per la Trilogia marsigliese composta da Casino Totale, Chourmo. Il cuore di Marsiglia e Il sole dei morenti.
Proprio dal secondo di questi romanzi possiamo prendere due citazioni che riguardano il mare: “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice” e “Quando non si ha niente, avere il mare – il Mediterraneo – è molto. Come un tozzo di pane per chi ha fame”.
Federico Garcia Lorca è stato uno scrittore di poesie e pièce teatrali spagnolo di inizio Novecento, che prese parte alla grande produzione letteraria della Edad Plata e condividiamo le sue parole sull’importante ruolo che il mare può avere per chiunque: “Non avevo mai veduto il mare. Molte altre cose avevo visto, forse troppe. Uomini avevo visto, forse troppi. Ma il mare mai. E perciò non avevo ancora compreso nulla, non avevo capito assolutamente nulla. Come si può capire qualcosa della vita, e capire a fondo se stessi, se non lo si è imparato dal mare?”.
Mare italiano
Fra le citazioni delle frasi sul mare più famose non possono mancare quelle degli autori italiani del passato e anche più contemporanei.
Giovanni Verga è stato il più grande scrittore verista del nostro paese, ha iniziato la sua carriera di scrittore con testi avventurosi e in seguito più passionali come Storia di una capinera, ma l’impronta verista inizia con la novella Nedda e si definisce con I Malavoglia.
I Malavoglia insieme a Mastro don Gesualdo e La duchessa creano il Ciclo dei vinti, ovvero il progetto incompiuto dell’autore in cui il progresso è raccontato dal punto di vista dei vinti appunto, dalla parte più debole e povera della società.
Ne I Malavoglia si capisce quindi il ruolo che il mare veste nel romanzo: se da una parte la barca simboleggia un mezzo di sostentamento che consente di pescare, il mare è la minacciosa fatica. E proprio da I Malavoglia prendiamo la nostra citazione: “Il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare di qua e di là dove nasce e muore il sole”.
Prima donna italiana ad aver ricevuto nel 1957 il Premio Strega con il romanzo di formazione L’Isola di Arturo, Elsa Morante è stata scrittrice, saggista, traduttrice e poetessa. Proprio da questo romanzo vogliamo prendere una delle frasi sul mare che forse rappresenta il pensiero di molte persone: “Là, nei giorni quieti, il mare è tenero e fresco, e si posa sulla riva come una rugiada. Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”.
Parliamo adesso di uno scrittore contemporaneo: Alessandro Baricco. Pubblicato nel 1993 Oceano mare rimane ancora oggi uno dei suoi libri più apprezzati. Questo il suo incipit: “Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline il mare – il mare – nell’aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord”.
Nei tre capitoli che lo compongono si possono trovare dei personaggi abbastanza bizzarri e il mare è il vero protagonista che può essere terrificante, ma anche miracoloso. Il primo capitolo si intitola Locanda Almayer, che ricorda l’opera di Conrad che abbiamo visto prima, il secondo capitolo è intitolato Il ventre del mare, mentre l’ultimo porta il nome di I canti del ritorno.
Sempre in questo romanzo possiamo leggere: “Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorare qualsiasi cosa, o quell’onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una sola parola o in una sola parola tutto nascondiamo? Sto qui, a un passo dal mare, e neanche riesco a capire, lui, dov’è. Il mare”.
Mare infinito
Concludiamo questa breve raccolta di frasi sul mare con gli ultimi versi di una poesia che tutti hanno imparato a memoria a scuola, ovvero L’infinito di Giacomo Leopardi.
Con questi versi il poeta descrive il senso di inquietudine iniziale dato dall’impossibilità di vedere cosa ha davanti a causa di una siepe e infine lo stato di totale quiete che scopre di provare: l’impossibilità visiva iniziale gli permette di utilizzare un’altra vista, quella dell’immaginazione che gli fa visualizzare uno spazio immenso. Questa immensità è indicata da parole precise che aiutano il lettore ad immaginare la vastità dello spazio di cui parla: interminati, sovrumani, mare.
Quindi a proposito di mare ricordiamoci questi ultimi versi della poesia: “Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio; / e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Come abbiamo detto in precedenza è davvero difficile che il mare non susciti in noi una reazione di qualsiasi genere; nella letteratura, nella musica e nella pittura di tutti i tempi e di tutte le correnti si possono trovare esempi di artisti che hanno provato ad esprimere attraverso le loro creazioni quello che provavano davanti a quella distesa di acqua e facendo un giro nel web sono tante anche le persone che provano ad immortalare con le foto il mare.