Quante volte vi è capitato di fare una passeggiata sulla spiaggia e di raccogliere le conchiglie dalla forma e dai colori diversi che avete trovato in riva al mare? Quello che per alcuni è un semplice passatempo, per molti studiosi è un vero e proprio lavoro; la scienza che riguarda lo studio dei molluschi è la malacologia e prevede anche la catalogazione e l’analisi dei diversi tipi di conchiglia esistenti in base alla loro grandezza, alla colorazione e a tutte le altre caratteristiche del guscio che variano a seconda di molti fattori, quali:
- l’età del mollusco;
- la composizione;
- la temperatura dell’acqua in cui il mollusco ha vissuto.
I molluschi
Iniziamo con il dire che chi pensa che la conchiglia è la casa del mollusco sbaglia. L’idea più diffusa forse è quella della lumaca che trascina sul suo corpo la piccola chiocciola. In realtà, essendo esseri invertebrati i molluschi hanno bisogno di una protezione per il proprio corpo.
Il termine mollusco deriva dal latino mollis, che significa appunto molle e descrive la caratteristica principale di questi esseri: sono privi di uno scheletro interno, per cui le conchiglie nella maggior parte dei casi rivestono la funzione di protezione e sostengo per il mollusco e vengono considerate quindi come degli esoscheletri, ovvero degli scheletri esterni.
Esistono più di 100.000 tipi di molluschi, per questo motivo è difficile dare una descrizione dettagliata per ognuno di loro, ma è stata creata una semplice classificazione in base alle peculiarità che li accomuna e grazie ad essa ci si può fare un’idea dell’evoluzione di queste creature e in particolare della trasformazione che alcune conchiglie hanno subito nel tempo; infatti, il processo evolutivo ha fatto sì che in alcuni casi l’esoscheletro scomparisse del tutto come è avvenuto per i cefalopodi.
Com’è fatta la conchiglia
Caratteristica comune a tutte le conchiglie è che esse iniziano a formarsi quando il mollusco è ancora una larva; con il tempo la conchiglia continua a crescere e come abbiamo detto, a causa di diversi fattori il guscio avrà colori e forme diverse. Se è vero che due persone non possono avere un’impronta digitale uguale, lo stesso si può dire per i molluschi per quanto riguarda la loro conchiglia.
Il mollusco ha un organo preposto alla formazione della conchiglia che è conosciuto come pallio oppure come mantello; il pallio emette la conchiolina, ovvero una sostanza organica che solidifica i cristalli di calcio che vanno a formare la struttura della conchiglia, che è quindi formata per il 90-95% da carbonato di calcio che si cristallizza in aragonite e calcite.
La maggior parte dei gusci dei molluschi hanno tre strati:
- il periostraco è lo strato più esterno e quindi il più datato, composto per la maggior parte da conchiolina;
- l’ostraco è lo strato centrale formato da prismi di carbonato di calcio;
- l’ipostraco è lo strato più interno composto da lamelle di aragonite ed è conosciuto come madreperla.
Come abbiamo già detto, non esiste una conchiglia uguale ad un’altra perché crescendo il mantello del mollusco produce diverse quantità di carbonato di calcio che formano le classiche ornamentazioni del guscio come spine e tubercoli; inoltre, sia la forma che il colore possono essere influenzati da tanti elementi come l’alimentazione e l’ambiente in cui il mollusco vive. Temperatura, luce e acidità dell’acqua contribuiscono a modellare una conchiglia: è stato notato che i molluschi degli abissi o di mari particolarmente freddi sono soliti avere un guscio con la colorazione tendente al bianco.
Tipi di conchiglia
In base alla classe di appartenenza dei molluschi siamo in grado di descrivere il tipo di conchiglia che hanno:
- i poliplacofori hanno una conchiglia di forma ovale formata da otto piastre che sono incluse nel pallio;
- i monoplacofori hanno una conchiglia a forma di scudo conico di cui la punta è leggermente ricurva. Grazie al processo evolutivo lo scudo conico si è trasformato in una spirale avvolta su sé stessa, mentre alcuni molluschi di questa classe hanno perso del tutto la conchiglia;
- gli scafopodi hanno una conchiglia simile ad una piccola zanna di elefante;
- i gasteropodi sono le lumache di mare e per via della conchiglia formata da un unico pezzo che si avvolge a spirale su sé stessa, si pensava potessero far parte della stessa famiglia dei monoplacofori;
- i lamellibranchi sarebbero i molluschi bivalvi come le cozze Nieddittas, formate cioè da due conchiglie che sono tenute unite da un legamento elastico che ne consente l’apertura;
- i cefalopodi come le seppie, i calamari e i polpi, nella maggior parte dei casi hanno perso lo scheletro esterno, ma hanno una conchiglia interna che ha la funzione di organo di galleggiamento. Solo l’argonauta femmina ha ancora una conchiglia esterna che può arrivare a misurare poco meno di 10 cm, che serve a proteggere le uova;
- i brachiopodi sono simili ai bivalvi, con la differenza che in quest’ultimi si distingue la conchiglia destra dalla sinistra, mentre nei primi si ha una conchiglia ventrale di dimensioni più grandi e una dorsale.
Collezione e catalogazione
Collezionare le conchiglie può diventare un vero e proprio lavoro che richiede molto tempo e studio. Per coloro che le collezionano come passatempo/hobby va detto che il codice della navigazione all’articolo 1162 vieta e punisce con una sanzione da 1.549,00 euro fino a 9.286,00 euro la raccolta:
il prelievo è punito con una sanzione amministrativa per chiunque estragga “arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale, ovvero delle zone portuali della navigazione interna”.
Lavoro più difficile è quello che riguarda la classificazione, che prevede l’utilizzo di tavole sistematiche con cui poter confrontare le varie specie e poter riconoscere a quale gruppo e sottogruppo la conchiglia analizzata fa parte. Infine, per avere una collezione di conchiglie davvero ordinata potrete creare un catalogo in cui registrare il nome scientifico della specie, il nome dello studioso che per primo ne ha dato una descrizione e le principali informazioni che la riguardano, in questo modo saprete riconoscere con una sola occhiata le conchiglie che avete già e quelle che vorreste facessero parte della vostra collezione.
La storia nelle conchiglie
Ma a cosa possono servire i vari tipi di conchiglia? Alcune popolazioni africane del passato hanno usato le conchiglie come moneta, altre popolazioni orientali sfruttano delle conchiglie giganti come vasche per lavare i bambini, mentre alcune religioni le usano come acquasantiere e fonti battesimali; non è mancato l’utilizzo anche nell’arte, nella decorazione e soprattutto nella creazione di preziosi gioielli con la lavorazione della madreperla.
Studiando la conchiglia infine è possibile ricavare numerose informazioni circa la vita del mollusco a cui è appartenuta. Innanzitutto, dalla grandezza della conchiglia si può stabilire l’età del mollusco, mentre dalla presenza di buchi o altre lesioni sul guscio si può capire se il mollusco è stato preda di attacchi da parte di altri animali, poiché alcune specie ittiche sono in grado di forare la conchiglia per nutrirsi di quello che c’è dentro. Inoltre, le conchiglie ci parlano del passato, perché hanno una notevole resistenza e difficilmente si degradano, ma anzi si fossilizzano; questa loro caratteristica ha facilitato la comparazione tra diversi ritrovamenti dando la possibilità di ricreare il loro processo evolutivo, ma ha reso possibile anche la datazione delle differenti ere e periodi geologici.