Il Mar Mediterraneo prende il nome dal latino mediterraneus: “in mezzo alle terre”. Infatti, il mare si estende dall’Europa al Nord Africa fino all’Asia Occidentale, dove incontra le coste del Vicino Oriente. Se pensiamo al ridotto volume delle sue acque, la biodiversità e l’endemismo del Mediterraneo sono stupefacenti.

Queste caratteristiche, insieme ad un clima costantemente mite e ad una singolare limpidità dell’acqua, fanno del Mare Nostrum un caso unico.

La posizione strategica “in mezzo alle terre” e l’ambiente favorevole hanno agevolato, nel corso della storia, lo sviluppo di alcune importanti civiltà: le civiltà del Mediterraneo.

Conosciamole insieme.

Civiltà del mare

Intorno al 2.500 a.C., alcuni popoli si stabilirono lungo le coste del Mar Mediterraneo e nelle isole del Mar Egeo. Il territorio montuoso e collinare ostacolava l’agricoltura; le popolazioni allora si rivolsero al mare: divennero abili navigatori e svilupparono un fiorente commercio.

I viaggi commerciali erano lunghi e pericolosi. Per agevolare la tratta, i popoli del mare crearono  scali che presto divennero vere e proprie città: le “colonie”. Grazie alle colonie il progresso e le conoscenze si diffusero fra tutti i popoli del Mediterraneo.

Vediamo più nel dettaglio tre antiche civiltà del Mediterraneo:

  1. i Fenici nel Vicino Oriente, nell’attuale Libano;
  2. i Cretesi (o Minoici) nell’Isola di Creta;
  3. i Micenei (o Achei) nella Penisola del Peloponneso, a Sud della Grecia.

Civiltà fenicia

Popolo semita del Vicino Oriente, i Fenici vengono ricordati principalmente per il color porpora, per l’invenzione dell’alfabeto fonetico e per le loro colonie: fra le più importanti nominiamo Cartagine, Cagliari e Palermo.

I Fenici furono i primi veri commercianti della storia. Erano inoltre costruttori di navi all’avanguardia. Le loro navi venivano realizzate con un legno resistente e flessibile: il cedro, di cui la loro terra era ricca.

Fino all’epoca dei Fenici si navigava solo lungo la costa: le navi non erano adatte a far fronte a tempeste o altri rischi della navigazione in alto mare.

I Fenici furono i primi fra le civiltà del Mediterraneo a riuscire nell’impresa. Migliorarono le loro imbarcazioni e inventarono nuovi dispositivi, ad esempio la chiglia.

Le navi fenicie si differenziavano in navi commerciali e navi da guerra:

  • le navi commerciali erano di forma arrotondata e abbastanza larghe, per contenere la merce. La lunghezza si aggirava tra i 20 e i 30 metri. Erano inoltre dotate di una vela sostenuta dall’albero centrale;
  • le navi da guerra erano lunghe e strette, per dare velocità. Avevano due vele e due timoni (a differenza del timone singolo nelle navi commerciali).

Come abbiamo accennato, i Fenici erano abili commercianti. Acquistavano dagli altri popoli materie prime come pietre preziose, argento, avorio, piombo o stagno con cui costruivano gli oggetti che rivendevano nelle tratte commerciali.

Ma le vere specialità fenicie erano gli oggetti di vetro e le stoffe tinte di porpora.

Il vetro

Ai Fenici si deve l’invenzione del “vetro soffiato”. Grazie a questa tecnica producevano bellissimi gioielli di vetro colorato, esportati in tutto il Mediterraneo.

La porpora

La porpora è una sostanza colorante rosso intenso estratta dal murice.  

Le stoffe tinte con la porpora erano talmente pregiate da essere simbolo di potere e ricchezza. Erano un prodotto tipico dei Fenici, tanto che Greci li chiamarono il popolo della porpora: Phoinikes, da cui il nome odierno “Fenici”.

Civiltà minoica

La civiltà minoica ebbe origine intorno al 2.700 a.C. nell’isola di Creta e deve il nome al suo leggendario re Minosse.

La fertilità dell’isola permise ai cretesi di coltivare ulivi, viti, cereali e alberi da frutto. I prodotti venivano poi esportati verso Egitto, Grecia e Vicino Oriente. Da questi territori poi i Cretesi importavano rame e stagno per produrre il bronzo: indispensabile per il progresso tecnologico della civiltà.

L’Isola di Creta ha una posizione strategica per il commercio marittimo, che ebbe enorme sviluppo. Infatti, il periodo di massimo splendore della civiltà minoica fu chiamato dai Greci talassocrazia: “dominio sul mare”.

La civiltà minoica fu una civiltà pacifica. Lo conferma la totale assenza di mura difensive attorno alle città: peculiarità interessante in un’epoca in cui ogni civiltà era dotata di mura.

L’organizzazione urbana

Il palazzo, nel quale risiedeva il re, era il centro del potere politico, economico e religioso. Probabilmente conoscete il nome del palazzo più importante della civiltà minoica: Cnosso, ambientazione del mito del Minotauro.

Il re stava a capo della società. Al di sotto del re vi era la classe sacerdotale e aristocratica. Infine vi erano le classi inferiori, a cui appartenevano artigiani, mercanti e contadini e, ultimi, gli schiavi.

Le classi inferiori della società minoica non erano oppresse da quelle superiori. In questo i Cretesi si differenziarono dalle popolazioni a loro contemporanee. Addirittura le donne potevano partecipare alla vita pubblica e religiosa, oltre che ai giochi pubblici e alla caccia.

Il crollo

Gli storici hanno formulato due ipotesi riguardo al crollo della civiltà minoica:

  1. L’eruzione vulcanica avvenuta intorno al 1.500 a.C. nell’attuale Santorini provocò maremoti e onde di tzunami tali da travolgere completamente Creta, segnandone il declino;
  2. L’eruzione non causò il crollo della civiltà, ma provocò forti danni che resero possibile la conquista da parte dei Micenei.

Civiltà micenea

Intorno al 2000 a.C., una popolazione indoeuropea si stanziò nel Peloponneso e, intorno al 1.400 a.C., diede vita a un’importante civiltà: la civiltà micenea.

I micenei (o Achei) fondarono numerose città, fra cui Tebe, Argo e Micene, da cui il nome.

I micenei erano un popolo di guerrieri e di mercanti. Commerciavano manufatti di metallo, sopratutto di rame, e oggetti di ceramica. Le ceramiche micenee erano molto rinomate e sono state trovate in terre anche lontane come Sardegna, Sicilia e Spagna.

Fra gli eventi storici più importanti ricordiamo sicuramente l’assedio della città di Troia, nell’attuale Turchia. La vicenda arrivò fino a noi in forma mitologica nel primo grande poema omerico: l’Iliade.

L’organizzazione sociale e territoriale

Nonostante la civiltà micenea fosse accumunata da lingua e cultura, non si creò mai uno stato unitario. La società rimase divisa in piccoli stati autonomi, il cui centro politico ed economico era il palazzo. All’interno del palazzo si svolgeva la vita amministrativa, politica e religiosa.

La società micenea era così gerarchizzata:

  • il wanax: il re o capo-guerriero era all’apice della piramide sociale;
  • il lawegetas: capo aristocratico subordinato al re, lo affiancava nelle sue funzioni;
  • il damos: popolazione libera, contadini e artigiani dipendenti dal palazzo, a cui dovevano offrire la loro manodopera;
  • i doero: gli schiavi, di solito prigionieri di guerra.

La scrittura

I micenei utilizzavano una scrittura sillabica, forma arcaica del greco: la Lineare B. La Lineare B è formata da numerose linee poste in orizzontale e verticale e deriva dalla scrittura minoica: la Lineare A.

La Lineare B è incisa in numerose tavolette di argilla ritrovate dagli archeologi nel 1900, data in cui venne scoperto il palazzo di Cnosso.

La scrittura fu decifrata nel 1952 da un architetto inglese, M. Ventris, il quale notò che ogni segno non corrispondeva ad una lettera, ma ad una sillaba.

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