La conchiglia è il simbolo dell’estate per eccellenza, ne esistono di diversi tipi con forme e colori differenti. A tanti di voi da bambini probabilmente sarà capitato di udire il rumore del mare appoggiando una conchiglia all’orecchio, come per magia.

In realtà, dovete sapere che si tratta solo di un’illusione acustica, così come esistono quelle ottiche.

Spieghiamo perché nelle conchiglie si sente il rumore del mare, o meglio sembra di sentirlo.

La risonanza di Helmholtz: perché nelle conchiglie si sente il rumore del mare

Se nelle conchiglie si sente il rumore del mare è perché l’aria contenuta all’interno della cavità vuota della conchiglia, assieme ai rumori dell’ambiente circostante, fungono da cassa di risonanza, proprio come quella degli strumenti musicali, provocando un eco che ricorda il rumore della risacca del mare.

Il guscio della conchiglia è un materiale duro, costituito da carbonato di calcio, sul quale le onde sonore rimbalzano più volte facendo vibrare l’aria contenuta in esso e dando maggiore intensità a rumori altrimenti impercettibili. Ciò dà l’illusione di sentire lo sciabordio delle onde del mare.

Questo fenomeno naturale, che si verifica anche con altri oggetti di forma e materiali simili alla conchiglia, come ad esempio una tazza, ma anche semplicemente il palmo di una mano leggermente chiuso, ha anche un nome scientifico: la risonanza di Helmholtz, che prende il nome dallo scienziato che per primo studiò l’effetto di risonanza prodotto dai corpi cavi, che oggi si applica in acustica architettonica, nei subwoofer, nei motori a combustione interna e in alcuni strumenti musicali come l’ocarina e il flauto di Pan.

Provate a soffiare delicatamente attraverso il collo di una bottiglia vuota: ecco questo è un altro esempio di risonanza di Helmholtz.

Altre curiosità sulle conchiglie

Le conchiglie sono state impiegate dagli uomini per diversi scopi quali contenitori, armi, strumenti, soldi, per decorazione ecc. Ad esempio, le popolazioni africane da circa 5 mila anni le usano come moneta, mentre in Indonesia, i bivalvi giganti vengono usati come vasche da bagno per bambini. In alcune chiese vengono invece utilizzate come acquasantiere.

Le conchiglie, inoltre, possono diventare degli elementi ornamentali. Si possono usare intere oppure viene estratta la madreperla, per fabbricare gioielli, monili.

Un’idea originale è quella di creare delle candele decorative con la conchiglia delle ostriche o delle capesante: versate dentro un po’ di cera, immergeteci uno stoppino e la candela sarà pronta all’uso.

La conchiglia ha un significato simbolico e metaforico. Rappresenta un processo di nascita o inizio, ad esempio la capasanta è un simbolo fondamentale del Cammino di Santiago di Compostela.

Il divieto di raccogliere conchiglie

Se vi venisse in mente di raccogliere delle conchiglie per portarle via e sentire così il rumore del mare appoggiandole all’orecchio ogni volta ne abbiate voglia, sappiate che potreste ritrovarvi a pagare da 1.549 euro fino a 9.286 euro di multa! Secondo il Codice della navigazione (all’art. 1162), il prelievo è infatti punito con una sanzione amministrativa per chiunque estragga “arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale, ovvero delle zone portuali della navigazione interna”.

Questo regolamento è nato dall’esigenza di mantenere il numero degli organismi viventi che vivono nelle conchiglie e per evitare un incremento dell’erosione delle spiagge.

Su tutte le coste della nostra Sardegna, ad esempio, è vietato l’asporto e la vendita di sabbia, sassi o conchiglie in base all’articolo 40 della Legge Regionale n.16 del 2017. Alcune ordinanze regionali vietano anche la raccolta e la vendita dell’acqua di mare.

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