Il bisso marino, chiamato anche “seta del mare”, è una fibra tessile di origine animale, un materiale considerato prezioso sin dai tempi antichi.
Immergiamoci nella storia di questa fibra unica nel suo genere, scopriamo le sue caratteristiche e gli usi ai giorni nostri.
Come si ricava il bisso marino
Il bisso marino si ricava da un mollusco bivalve, la Pinna Nobilis, ora una specie protetta perché considerata a rischio estinzione, che vive nei fondali marini del Mediterraneo. Si tratta di filamenti sottili lunghi 15-20 centimetri e lucenti che il mollusco secerne per ancorarsi alle rocce. La lavorazione richiede abilità e pazienza, in quando la quantità di fibra ricavabile da una singola Pinna nobilis è molto ridotta, rendendo questo materiale assai raro e costoso.
Per secoli il bisso è stato utilizzato per creare tessuti pregiati, leggeri e resistenti, in grado di riflettere la luce in modo simile alla seta.
Ecco le caratteristiche che rendono questo materiale speciale:
- È davvero duraturo, infatti non si deteriora e non viene attaccato dagli insetti.
- È più sottile di un capello ma molto più resistente.
- È leggero.
- Ha una lucentezza naturale.
- Il suo colore va dal bianco al dorato con varie sfumature sul bruno.
In passato
Il bisso marino era già conosciuto nell’antichità: veniva infatti usato per creare tessuti pregiati per scopi rituali e religiosi o per il re e nobili. Era un simbolo di lusso e potere. Si trovano tracce del suo uso in alcuni passi della Bibbia, nell’antico Egitto, e in Grecia lo introdussero i Fenici. In epoca romana era una fibra venduta a peso d’oro quindi da sempre considerata preziosa.
L’oggetto più antico ad oggi realizzato con questa seta del mare è una cuffia lavorata a maglia del XIV secolo che è stata rinvenuta in una campagna di scavi nella Basilica di Saint Denis a Parigi, nel 1978, ed è esposto al Museo di Storia Naturale di Basilea.
La produzione del bisso era fiorente anche nel Mar Rosso, mentre in Italia si pescava e lavorava in Puglia e Sardegna (nell’area di Sant’Antioco) dove ancora oggi ci sono persone in grado di tessere il bisso e creare capolavori unici.
A cosa serve il bisso oggi
La Pinna Nobilis, una specie che può raggiungere il metro e mezzo di grandezza, è oggi sottoposta a regime di protezione perché considerata a rischio estinzione a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici; per questo negli ultimi anni l’uso del bisso marino è diventato sempre più raro. Tuttavia, grazie ad alcuni artigiani, come Chiara Vigo, una delle ultime maestre del bisso, questa fibra sta vivendo una rinascita. Continuando a lavorare questa fibra con tecniche tradizionali si mantiene viva una parte del patrimonio culturale mediterraneo.
Il bisso viene utilizzato per creare gioielli e altri accessori, tessuti leggeri e opere d’arte uniche.
Il bisso è molto più di un tessuto, è un’arte millenaria, simbolo di tradizione, arte e natura.
Differenza con il bisso delle cozze
Il termine bisso viene usato anche per indicare analoghi filamenti emessi da altre specie di molluschi bivalvi come le cozze. A differenza del bisso marino, il bisso delle cozze non viene utilizzato per la creazione di tessuti pregiati, serve solo ai mitili per ancorarsi alle superfici dure, viene prodotto in quantità maggiori e non richiede le laboriose tecniche di raccolta e lavorazione necessarie per l’altro bisso.