L’esplorazione dei fondali marini è un’attività affascinante e complessa che richiede competenze avanzate e una vasta gamma di strumenti tecnologici. A occuparsi di questa attività sono figure specializzate nell’ecosistema marino.

Raccontiamo chi esplora i fondali marini: i subacquei professionisti, gli oceanografi e i biologi marini. Ecco l’importanza della loro attività nel contribuire alla scoperta e alla conservazione dei segreti nascosti sotto la superficie dell’acqua.

Chi esplora i fondali marini: il ruolo del subacqueo professionista

Chi esplora i fondali marini, ovvero il subacqueo, lo fa per la scienza e per la tutela ambientale. Infatti, il suo lavoro è cruciale in settori come:

  • Ricerca scientifica: studia ecosistemi e specie marine e rileva fenomeni biologici.
  • Sicurezza e manutenzione: controlla le infrastrutture sottomarine come cavi e piattaforme petrolifere, effettua immersioni prima dei lavori, ripara installazioni danneggiate dalle onde.
  • Archeologia marina: riporta in superficie oggetti inabissati, manufatti antichi e relitti.
  • Monitoraggio ambientale: monitora lo stato di salute e di conservazione dei fondali e delle barriere coralline, pulisce i fondali e raccoglie i rifiuti.
  • Salvataggio: partecipa a operazioni di salvataggio, azioni di ricerca di persone o oggetti inabissati.
  • Fotografia subacquea: partecipa alle riprese di film sott’acqua o fotografa siti archeologici.

Come diventare un subacqueo professionista

Per diventare subacqueo professionista è necessario seguire un percorso di certificazione che attesti le competenze tecniche e la conoscenza delle norme di sicurezza (tecniche di risalita controllata, emergenza respiratoria, procedure di primo soccorso). Spesso subacquei e sommozzatori vengono confusi, in realtà si tratta di professioni diverse. Il sommozzatore è un professionista altamente specializzato che effettua immersioni in ambienti più complessi e spesso più profondi. Entrambi condividono l’amore per il mondo sottomarino.

Cosa fanno l’oceanografo e il biologo marino?

Altre figure lavorano per studiare il mare e il suo ecosistema ma hanno ruoli e competenze differenti. Leggete Cosa studia l’oceanografocome si diventa biologo marino.

Gli strumenti utilizzati da chi esplora i fondali marini

Oggi per l’esplorazione dei fondali del mare vengono utilizzate nuove tecnologie utili ad orientarsi e ricevere informazioni. Ad esempio, un progetto di ricerca all’Università della Calabria ha sviluppato un sistema di realtà aumentata e navigazione 3D basato sull’uso di uno speciale tablet subacqueo. Questo dispositivo è dotato di un sistema di localizzazione acustico, che consente ai sub di visualizzare la propria posizione su una mappa, di ricevere informazioni sui punti di interesse, sul tempo di immersione e sulla profondità.

Oltre ai computer subacquei, gli altri principali strumenti utilizzati sono:

  • Bombole di ossigeno, maschere e pinne.
  • Sonar, strumento per rilevare oggetti e conformazioni del fondale attraverso onde sonore.
  • Veicoli a comando remoto che permettono esplorazioni più profonde, irraggiungibili dall’uomo.
  • Fotocamere subacquee, per documentare l’ambiente sottomarino e per studiare la flora e la fauna.
  • Si tratta di strumenti per raccogliere campioni di sedimenti, acqua e fauna marina, utili per l’analisi in laboratorio.

Perché è importante l’esplorazione dei fondali marini?

I mari sono fondamentali per la vita del Pianeta. Contribuiscono a regolare il clima, supportano ecosistemi ricchi e complessi e fungono da habitat per una vasta biodiversità. In fondo al mare c’è un mondo affascinante e ancora in parte inesplorato. Tutelare i mari e gli oceani è essenziale per contrastare i cambiamenti climatici e garantire l’equilibrio ecologico globale, e noi di Nieddittas lo sappiamo bene.

Chi esplora i fondali marini riesce a capire meglio sia le risorse nascoste nei mari, sia il ruolo delle profondità marine nel mantenere l’equilibrio del nostro pianeta. In particolare:

  • Identifica aree a rischio e agisce per proteggerle, salvaguardando così l’ecosistema.
  • Permette di trovare nuove fonti di energia sostenibile.
  • Studia il clima.
  • È utile nel ritrovamento di relitti sottomarini.

Insomma, ogni esplorazione può portare a nuove scoperte.

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