In vacanza o durante il resto dell’anno, da soli o in compagnia, la pesca in mare può dare delle belle soddisfazioni. Questa attività appassiona circa 3.000.000 di italiani: si tratta di un dato importante e significativo, che fa capire quanto la pesca sia apprezzata e praticata lungo le coste italiane. Essa permette di passare momenti piacevoli e di vivere a contatto con la natura, lasciando da parte le preoccupazioni e i pensieri che ci tormentano nella vita quotidiana.
C’è da dire però che la pesca, così come la caccia, è diventata pian piano un’attività soggetta a un monitoraggio sempre più severo (giustamente), dovuto agli interventi più attenti alla tutela degli ecosistemi. Prima di iniziare con la lettura, vi consigliamo perciò di non dimenticare il buon senso nel praticare queste attività: pescate con rispetto per il mare e per tutti i suoi abitanti.
Per noi di Nieddittas il rispetto per il mare e per l’ambiente è uno dei valori più importanti. Effettuiamo oltre 6.000 controlli all’anno per monitorare lo stato di salute del mare garantendo, oltre che una sicurezza alimentare, anche il minimo impatto possibile sull’ecosistema.
Ora vediamo di fare un po’ di chiarezza su alcuni concetti imprescindibili riguardanti la pesca.
Cos’è la licenza di pesca?
La licenza di pesca è il documento che autorizza l’esercizio dell’attività di pesca professionale e può essere rilasciata dall’armatore di un’imbarcazione regolarmente iscritta nei registri delle imprese di pesca (d.lgs. n.153/04), e soprattutto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) – Direzione generale della Pesca marittima e dell’Acquacoltura – unità dirigenziale PEMAC III. Vediamo più nel dettaglio ciò che viene indicato sul sito del Ministero:
“Tale documento è valido per un periodo di otto anni dal suo rilascio, ma acquista efficacia solo a seguito del pagamento della tassa di concessione governativa, ed è rinnovabile su richiesta dell’interessato. Nelle more del rinnovo della licenza di pesca da parte dell’Amministrazione centrale è consentito alle Autorità marittime di rilasciare un’attestazione provvisoria sostitutiva della licenza di pesca. Tutti i dati relativi all’armatore, al proprietario e alla nave vengono inseriti nell’archivio elettronico delle licenze di pesca (Fleet Register) che consente di avere sotto controllo, in tempo reale, la flotta peschereccia italiana. Oltre alle licenze di pesca professionali vengono rilasciate specifiche licenze per unità che operano in impianti di acquacoltura o che utilizzano l’imbarcazione come unità appoggio per la pesca subacquea professionale”.
La licenza serve sia per la pesca in mare che per la pesca in acque interne? Serve sia per i professionisti che per i dilettanti?
Pescare in mare o in acque interne può essere un’attività di tipo professionale, oppure dilettantistica a scopo ricreativo. La legge disciplina queste attività, in modo tale che tutto avvenga secondo regole ben precise.
Per quanto riguarda la pesca in acque interne va richiesta la licenza alla regione di residenza, poiché ogni regione ha le proprie normative, costi e specificità. Il fattore in comune è sicuramente il possesso della licenza di tipo B, che si differenzia da quella di tipo A (per la pesca professionale).
Per quanto riguarda invece la pesca in mare ci sono da fare due importanti distinzioni:
- Se praticate l’attività professionale avrete bisogno di una licenza a pagamento.
- Se, invece, non praticate l’attività in maniera professionale (caso che tratteremo maggiormente da qui in poi) è sufficiente iscriversi sul sito del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e richiedere gratuitamente la “licenza”, definita in questo caso permesso gratuito obbligatorio.
Cosa fare precisamente?
Rispondiamo ora alla domanda “per pescare al mare ci vuole la licenza?”. Diciamo che un permesso per pescare in mare serve in tutti i casi. Il PERMESSO GRATUITO OBBLIGATORIO, come dicevamo, è gratuito e prevede solamente pochissimi passi. Innanzitutto entrate nel sito del MIPAAF:
- Per accedere all’applicazione occorre registrarsi.
- Una volta compilati i campi obbligatori, si riceve una mail all’ indirizzo indicato, attraverso la quale è possibile completare la registrazione.
- Aprendo il link contenuto nella mail, si accede alla pagina del Ministero nella quale è riportato il codice di attivazione.
- A questo punto è sufficiente stampare la pagina e sistemarla insieme all’ attrezzatura da pesca. La pagina stampata costituisce il titolo (cioè il permesso gratuito obbligatorio) per l’esercizio dell’attività sportiva.
La legge prevede invece delle licenze speciali per chi effettua le seguenti attività:
- Acquacoltura, ossia allevamento di pesci.
- Imbarcazioni usate come appoggio per la pesca subacquea.
- Pesca speciale del pesce allo stadio giovanile.
Da quando esiste la licenza di pesca?
La licenza di pesca in mare è stata introdotta solamente nel 2010: fino ad allora non era previsto l’obbligo di possedere un permesso. In realtà, come dicevamo, in questo caso non si tratta di una vera e propria licenza, ma di una sorta di segnalazione con la quale si comunica al Ministero la propria intenzione di esercitare l’attività con i propri dati personali.
Nel 2010, per poter rilevare e censire il quantitativo della pesca sportiva e ricreativa in mare, il Ministero ha introdotto l’obbligo per i pescatori maggiori di 16 anni di comunicare, mediante l’apposito portale, i propri dati anagrafici specificando l’attività di pesca svolta. Il foglio stampato della ricevuta di comunicazione rappresenta la licenza di pesca in mare e costituisce titolo per l’esercizio della pesca dilettantistica, sia da terra che dalla barca.
Quali sarebbero le eventuali sanzioni?
Nel Decreto Ministeriale del 6 dicembre 2010 si legge che se durante un controllo il pescatore sportivo risulta privo della suddetta comunicazione, la pesca sportiva viene sospesa. In questo caso l’interessato deve provvedere a effettuare la registrazione entro dieci giorni, con una multa fino ai 2000 euro. Non è chiaro se le sanzioni possano essere applicate sin da subito o solo nel caso di mancata regolarizzazione entro i dieci giorni previsti.
ATTENZIONE: nel corso del tempo le dichiarazioni hanno subito diverse proroghe di validità. Questa volta la proroga della licenza di pesca è stata concessa per ben tre anni (2020-2021-2022) invece di uno, come avvenuto con i precedenti decreti.