Secondo uno studio condotto dal biologo marino Boris Worm, entro il 2048 i nostri mari potrebbero essere vuoti. Ciò significa che potrebbe verificarsi un’estinzione di massa di numerose specie ittiche, specialmente causata dai livelli elevati di pesca, decisamente superiori rispetto alla capacità riproduttiva dei pesci.
Di fatto, dopo il 2048 gli uomini saranno costretti a cibarsi solo delle specie ittiche da allevamento, poiché circa il 30% dei pesci di cui ci nutriamo è a rischio estinzione.
I dati e le cause
Solo nel 2016 il quantitativo di specie ittiche che rischiava l’estinzione era pari a circa 643, secondo i calcoli riportati dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN). In particolare, la IUCN ha stabilito che si contano ben 1.100 specie di pesci a rischio e circa 3.200 di cui non si hanno abbastanza informazioni per stabilire il livello di pericolo.
I motivi che influenzano maggiormente l’estinzione di così tante numerose specie ittiche sono i livelli molto elevati di pesca, come abbiamo detto, ma soprattutto il fatto che si tratti di pesca illegale. Infatti, sebbene l’Unione Europea stabilisca ogni anno i limiti di pesca per ciascuna specie, l’uomo riesce a raggirare il sistema, causando enormi danni all’ecosistema marino. Non è un caso, ad esempio, che ben 100 milioni di squali ogni anno siano vittime di mutilazioni e lo stesso vale per i coralli e le specie protette.
Ancora, gli stessi metodi di pesca possono essere assai dannosi per le specie marine, come l’utilizzo di esplosivi, di reti abbandonate o di cianuro per accorciare i tempi. Ogni anno sono tantissimi gli animali che muoiono per colpa di questi mezzi brutali o che restano incastrati al loro interno senza potersi liberare.
Nella gestione dell’allevamento, noi di Nieddittas facciamo particolare attenzione al recupero degli elementi fissi che, a causa delle mareggiate, possono staccarsi dall’allevamento e depositarsi sul fondo marino. Le nostre procedure di qualità prevedono anche il controllo periodico e la conseguente pulizia dei fondali marini sotto i nostri vivai, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Pesci in via di estinzione: quali sono i principali?
A questo punto è possibile elencare quali sono le principali specie ittiche maggiormente a rischio estinzione. Naturalmente, tra i pesci a rischio estinzione rientrano quelli di dimensioni maggiori: come la cernia, lo squalo bianco, lo squalo mako, lo squalo angelo, il pesce spada, la verdesca e il tonno rosso.
La cernia è un pesce dalle dimensioni considerevoli, che è considerato particolarmente prelibato grazie alla sua carne. Tuttavia, il 12% delle specie di cernia è a rischio estinzione, a causa dei livelli di pesca eccessivamente elevati (soprattutto durante il periodo di riproduzione). Inoltre, se consideriamo che le cernie necessitano dai cinque ai dieci anni per potersi riprodurre le condizioni si aggravano notevolmente.
Per quanto riguarda lo squalo bianco, sappiamo che è particolarmente vulnerabile sotto il punto di vista dell’estinzione. Di fatto, si stima che, nel Mediterraneo, lo squalo bianco è già scomparso al 96%: il motivo è difficile da chiarire, ma secondo alcuni studi potrebbe essere legato al surriscaldamento globale e al cambiamento climatico.
Anche lo squalo mako, ovvero la specie di squalo più veloce del mondo, rischia di estinguersi. Non a caso è stato inserito nella lista rossa delle specie ittiche maggiormente in via di estinzione secondo la IUCN. Il motivo principale potrebbe derivare dalla pesca eccessiva, che ne minaccia la sopravvivenza. Lo squalo mako, infatti, è particolarmente pregiato per la sua carne e le sue pinne, che vengono vendute a prezzi molto elevati: questo porta gli uomini a cacciarne più del limite consentito. Anche in questo caso, la specie degli squali mako raggiunge la capacità riproduttiva molto tardi, perciò lo squilibrio che si crea tra pesci pescati e quelli in grado di riprodursi è particolarmente elevato.
Le condizioni dello squalo angelo sono decisamente critiche: si calcola che sia già completamente estinto nel Mare del Nord, ma anche nella maggior parte del Mediterraneo. Il fatto che lo squalo angelo sia a rischio di estinzione è legato all’utilizzo, da parte dei pescatori, del sistema di reti a strascico. Attraverso questo metodo brutale di pesca, numerosi squali angelo vengono involontariamente catturati e non rilasciati.
Quella del pesce spada è un’altra specie ittica particolarmente a rischio di estinzione. Si tratta di pesci dalla carne prelibata e molto buona, che molto spesso vengono pescati troppo giovani (dai zero ai tre anni), senza che si siano riprodotti. Di conseguenza, il quantitativo di pesce spada nel Mar Mediterraneo è fortemente diminuito, e si calcola che tenderà ad abbassarsi ancora nel corso degli anni, fino ad arrivare alla totale estinzione.
La verdesca è una specie ittica prossima alla minaccia di estinzione: infatti, essi vengono molto spesso catturati accidentalmente (bycatch). La maggior parte, sebbene venga liberata, non riesce comunque a sopravvivere dopo la cattura. Per questo, sono sempre più diffusi progetti che istruiscono i pescatori sul rilascio corretto di questa specie di squali, in modo da impedirne l’estinzione.
Anche il tonno rosso è tra le specie ittiche soggette al maggior rischio di estinzione. Conosciuto da tutti per la sua carne deliziosa e molto cara, questa tipologia di tonno è, da molto tempo, vittima della pesca illegale. Le sue catture sono aumentate del 1000% negli ultimi anni e le condizioni sono destinate a peggiorare con il passare del tempo. Il WWF ha lanciato un appello per permettere di salvaguardare il tonno rosso, e da oltre dieci anni si occupa di proteggere tutte le specie di animali in pericolo.
E gli altri?
Tra le specie in via di estinzione non rientrano soltanto i pesci, ma anche molluschi, coralli e altri mammiferi. Infatti, si contano tante altre specie ittiche a rischio, tra le quali rientrano la foca monaca mediterranea, la nacchera (o “pinna nobilis”) e i coralli bianchi.
La foca monaca mediterranea conta circa 700 esemplari rimasti in tutto il mondo, ed è una delle specie di animali maggiormente a rischio (addirittura più del panda). Essa, infatti, veniva cacciata soprattutto per il suo grasso e la sua pelliccia, oltre che per la sua carne.
La nacchera, anche nota come pinna nobilis, è una tipologia di mollusco particolarmente a rischio di estinzione. Di fatto, la sua presenza è messa a dura prova da alcune tipologie di parassiti, che ne minacciano l’esistenza.
Il corallo bianco costituisce gran parte delle barriere coralline, ma oggi la sua presenza è fortemente minacciata dalla pesca sportiva.