Venerdì 7 ottobre Nieddittas inaugurerà a Terralba lo Spazio Nieddittas, un’area voluta e curata dall’azienda per l’organizzazione di eventi e attività culturali del territorio e come punto di ritrovo.

Lo spazio, che si trova nell’area verde di piazza Caduti Sul Lavoro, dietro la biblioteca comunale, all’angolo tra le vie Giuseppe Zedda e Ferdinando Magellano, è stato ristrutturato grazie all’impegno di Nieddittas e alla presenza di due opere molto importanti realizzate dall’artista sardo Giorgio Casu: il murale Ainnantis e la Merkaba, un’installazione che da pochi giorni si trova al centro della piazza. È anche a quest’ultima che è dedicato l’evento.

L’inaugurazione, che inizierà alle ore 20 di venerdì 7 ottobre, sarà una vera e propria esperienza emozionale con voce narrante tra musica e giochi di luci. La musica sarà suonata dal vivo e avrà come protagonista un violoncello, un sassofono, una batteria e un compositore di musica elettronica. Tra gli ospiti presenti: Simeone Latini, voce narrante; Gianluca Pischedda, violoncellista; Emanuele Contis, sassofonista; Stefano Guzzetti, musicista e compositore; Sascha Stein e Nicola “Ninu” Vacca, dj set/live drum.

L’evento è gratuito e aperto a tutti. Nel corso della serata sarà disponibile a pagamento un punto Food&Drink con menu a base di Nieddittas – cozze piccanti con polenta, crema di zucca, cozze e crostino di pane, cozze alla catalana, cozze e bottarga – a cura di Sa Pasida, Sa Cabixedda e Picho’s Gastrobar. 

 

Le opere di Giorgio Casu a Terralba

Il murale Ainnantis (dal sardo “avanti”) di Giorgio Casu è ispirato alla mitologia del viaggio, sia fisico che mentale. Dipinto nel 2016, rimanda con vari riferimenti alla cultura di Terralba: quella legata al mare e quella legata alla terra e alla coltivazione della vite. L’opera, con evidenti richiami alla flora e alla fauna selvatica della zona, riprende anche il tema religioso, dato che la diocesi è stata sempre parte integrante del tessuto sociale della città. La donna protagonista del murale ha il volto di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, che regge un bimbo nelle cui vesti si legge una famosa poesia sarda. Sul cielo, invece, una celebra citazione di Gramsci.

La Merkaba è una stella di David Tridimensionale, ispirata alle forme della Dea Madre Mediterranea e alla somiglianza tra il simbolo della Merkaba e il logo Nieddittas. Contiene al suo interno la geometria del cubo, l’ottaedro e il tetraedro, e c’è chi dice che questa figura avesse effetti curativi su uomo e animali. Rappresenta una delle più antiche e segrete conoscenze riguardo alla nostra essenza, alla parte più divina del nostro essere. È un mezzo, un veicolo, una modalità per cambiare il proprio stato energetico, per poter ripulirsi dai blocchi, armonizzarsi con il proprio io, imparando ad amare incondizionatamente. La parola Mer-Ka-Ba è composta da tre sillabe corrispondenti a tre parole: Mer, Ka, Ba che provengono dall’antico Egitto: “Mer” significa Luce; “Ka” significa Spirito; Ba” significa Corpo.

 

La panchina Blue Eco Lab 

Nel corso della serata verrà inoltre installata la prima panchina realizzata nell’ambito di Blue Eco Lab, il progetto di ricerca e sperimentazione promosso da Nieddittas e realizzato dalla Fondazione MEDSEA con l’obiettivo di recuperare gli scarti delle produzioni ittiche attraverso la progettazione di soluzioni di eco-design. 

In questa occasione, verrà presentato un rinnovato modello di panchina per esterni, a due sedute, realizzato valorizzando gli scarti della produzione ittica di Nieddittas. Il concept alla base della progettazione è nato osservando i pallets utilizzati per il trasporto dei prodotti ittici: elementi in polipropilene che, una volta utilizzati, sono destinati al ciclo dei rifiuti. La sfida è stata quella di intercettarli e trasformarli, attraverso lo sviluppo di un processo di trattamento ed estrusione dedicato, nelle doghe che formano la seduta della panchina. Osservando la filiera della produzione ittica, caratterizzata da scarti di diversa natura, si è poi scelto di intercettare anche i gusci delle cozze che, da elemento di rifiuto, ora ricoprono il ruolo di elemento di supporto. 

Infatti, le basi della panchina sono state realizzate seguendo una ricetta unica, creata attraverso uno studio che ha permesso di definire l’esatta composizione tra l’acqua, il cemento, i gusci di cozze macinate a integrazione della sabbia e, come complemento, gli sfridi delle cave di marmo di Orosei: una filiera tutta sarda per un risultato di eccellenza. Oltre a Nieddittas e a Fondazione MEDSEA, il progetto vede anche il contributo scientifico del DICAAR – Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari.

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