Il Mar Mediterraneo prende il nome dal latino Mediterraneus: “in mezzo alle terre”. Il nome si riferisce infatti al fatto che il mare bagna le coste di ben tre continenti, trovandosi infatti compreso fra Europa, Nord Africa ed Asia Occidentale.

A partire dai tempi più antichi, le coste del Mediterraneo sono sempre state punti strategici e hanno visto sorgere alcune delle civiltà più antiche della terra. Ma come sono le coste del Mar Mediterraneo?

Caratteristiche delle coste del Mar Mediterraneo

A livello morfologico, nella maggioranza dei casi le coste mediterranee sono alte e rocciose. In corrispondenza degli apparati deltizi dell’Ebro, Po, Rodano e Nilo e dei rispettivi fiumi secondari, le coste sono invece principalmente basse e sabbiose. Ma la vera bellezza delle coste del Mar Mediterraneo sta nella loro varietà: le coste del mare di Sardegna, cuore del Mediterraneo, passano ad esempio dalla finissima sabbia bianca, alle rocce, ai ciottoli o ad altre sabbie dai colori più svariati.

Chi ha la fortuna di vivere sulle coste del Mediterraneo saprà bene che si tratta di una bellezza inenarrabile. Ci sono tuttavia altre caratteristiche che rendono il Mare Nostrum un mare unico nel suo genere.

Le caratteristiche principali del Mediterraneo

Abbiamo detto come sono le coste del Mar Mediterraneo, vediamo ora alcune delle altre principali caratteristiche principali di questo mare. In particolare ci concentreremo sulla temperatura, sulla limpidezza e sulla biodiversità delle acque.

La temperatura mite

La temperatura del Mar Mediterraneo è relativamente calda durante l’intero corso dell’anno: generalmente si attesta sempre al di sopra dei 13°C. Una temperatura così mite e costante è sicuramente una delle principali caratteristiche che rendono il Mediterraneo un mare unico nel suo genere.

Questa particolare situazione può essere spiegata a partire da altre caratteristiche morfologiche, come la scarsa profondità delle acque e soprattutto dello Stretto di Gibilterra, tramite il quale il Mediterraneo comunica con l’Oceano Atlantico. Grazie all’esigua profondità dello Stretto, infatti, solo le acque oceaniche più calde è superficiali riescono a penetrare nel bacino del Mediterraneo, mentre le acque più profonde e strette non riescono a superare il gradino formato dallo Stretto.

La limpidezza dell’acqua

Una seconda caratteristica del Mar Mediterraneo è sicuramente l’eccellente visibilità dovuta alla limpidezza dell’acqua. Tale limpidezza si deve al fatto che la temperatura mite e costante durante tutto il corso dell’anno consente anche alle acque più profonde di rimescolarsi, in questo modo ossigenando i fondali e distribuendo i nutrienti nella colonna d’acqua. I nutrienti, infine, fuoriescono verso l’Oceano Atlantico tramite la corrente profonda, rendendo così l’acqua del Mediterraneo perfettamente limpida.

La limpidezza dell’acqua, a sua volta, permette alla luce di penetrare in profondità, motivo per cui le piante e le alghe possono effettuare la fotosintesi fino anche a 40 o 50 metri di profondità, promuovendo una una ricchezza di comunità biologiche a profondità stupefacentemente elevate.

La biodiversità e l’endemismo

Infine, menzioniamo un’altra importantissima caratteristica del Mar Mediterraneo: la sua incredibile biodiversità.

Il Mar Mediterraneo contiene infatti ben il 7,5% di tutte le specie marine animali ed il 18% delle specie marine vegetali ad oggi note: cifre sorprendenti se si considera che le acque rappresentano solo lo 0,32% del volume totale dei mari del pianeta.

Ma non finisce qui: il 28% delle specie presenti nel Mar Mediterraneo sono endemiche, ovvero sono esclusive di questo bacino.

Ma come possiamo spiegare tanta ricchezza? Per rispondere a questa domanda dovremo rispolverare un po’ di storia.

Il Mar Mediterraneo faceva parte della Tetide, l’Oceano Primordiale. Alcune delle speci risalenti a tale periodo sono tutt’ora esistenti nel bacino: parliamo ad esempio della Posidonia Oceanica. Successivamente a tale periodo, vari eventi atmosferici hanno portato il Mar Mediterraneo ad isolarsi e poi ricollegarsi con gli altri mari, provocando così una serie di estinzioni e ricolonizzazioni.

Cinque milioni di anni fa, il Mediterraneo subì la sua ultima crisi di salinità, in seguito alla quale le correnti provenienti dall’Atlantico portarono nuovamente l’acqua verso il bacino, ricolonizzando il Mediterraneo con popolamenti oceanici: questa fu la più recente ricolonizzazione del mare.

Ricordiamo, infine, che quando si parla di estinzioni si tratta di un fenomeno per la maggioranza dei casi parziale. Nei laghi salati del Messiniano una parte delle specie risalenti al popolamento precedente ed estinto riuscirono a conservarsi, per riespandersi poi successivamente secondo un fenomeno detto “radiazione adattiva”.

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