La porpora è una tintura preziosa caratterizzata dalle sfumature di viola profondo e lussuoso, un colore ricco e intenso che si situa tra il rosso e il blu nel cerchio cromatico. Ha una profondità che attrae lo sguardo e può creare un’impressione di ricchezza e raffinatezza.

È famosa infatti per la sua associazione con la nobiltà e il prestigio, in parte a causa della sua storia come un pigmento prezioso e costoso estratto dal mollusco di mare. Non a caso, per millenni ha affascinato l’umanità e ancora oggi continua a incuriosirci.

Questa tintura pregiata veniva ricavata principalmente dal murice, un piccolo mollusco marino. Questo processo di estrazione, una volta custodito gelosamente e ritenuto un segreto commerciale dagli antichi Fenici, ha subito in questi ultimi anni una rinascita grazie alla ricerca e alla tecnologia moderna.

Sebbene i metodi tradizionali siano stati superati da nuove innovazioni, la storia della porpora ai tempi dei Fenici la rende una delle tinture più affascinanti e desiderabili al mondo.

In questo approfondimento vedremo insieme cos’è, quali sono le tradizioni legate alla porpora, quali sono le leggende dietro questo processo, come si ricava la porpora dal murice secondo il metodo tradizionale e le sue moderne incarnazioni.

Fenici: i dominatori della porpora

La porpora, una tintura di colore viola profondo, ha giocato un ruolo significativo nella storia umana: simboleggiava la ricchezza, il prestigio, il potere e lo status. Ancora oggi, continua a essere un colore associato alla moda di lusso e alla classe alta: infatti, viene spesso associata a tessuti e materiali di alta qualità, come velluti e sete, che hanno una lucentezza particolare quando tingiti con questo colore.

Tra le molte attività commerciali dei Fenici, una delle più celebrate e redditizie era proprio il commercio della porpora: questa attività era così significativa che divennero noti come i “dominatori della porpora“. La loro ricchezza si basava infatti sulla porpora, prodotto ottenuto da un umile mollusco, ma bramato dai re, e il cui peso aveva il valore dell’oro.

Leggende legate alla porpora del murice

Ci sono diverse leggende legate alla porpora del murice, una di queste racconta che durante una romantica passeggiata con la bella nereide Tiro, il dio Melqart scoprì per caso la pregiata tintura color rosso porpora che sarebbe poi divenuta il simbolo dei Fenici.

Con l’obiettivo di sorprendere l’amata, Melqart mandò il suo fedele segugio lungo le spiagge del Libano alla ricerca di un regalo per dimostrarle il suo affetto. Tuttavia, quando il cane finalmente tornò indietro, il dio si accorse che aveva il muso sporco di sangue. In realtà non era sangue, ma proveniva dai resti di un mollusco: il murice.

Appena il composto di sangue del murice e di saliva del cane si fu seccato, diventò di un vivace color rosso porpora, che attirò l’attenzione della nereide Tiro che accettò di sposare Melqart solo se questi le avesse confezionato un vestito dello stesso colore. Fu così che nacque la cosiddetta “porpora di Tiro”.

Come veniva ottenuta la porpora?

La porpora fenicia era ottenuta da un piccolo mollusco marino noto come Murex, il murice, che abbondava lungo le coste del Mediterraneo orientale. I Fenici svilupparono tecniche raffinate per ricavare la porpora dal murice, un processo laborioso che richiedeva competenze specializzate e molta manodopera, ma anche pazienza e maestria.

Ecco una panoramica di come si ricavava la porpora dal murice:

  • raccolta dei molluschi: i pescatori antichi dovevano raccoglierli manualmente, spesso raschiando le rocce o immergendosi per recuperarli;
  • estrazione della porpora: una volta raccolti, i molluschi venivano macinati per rompere i loro gusci e rilasciare un liquido viola che conteneva la preziosa porpora;
  • processo di purificazione: il liquido veniva filtrato e sottoposto a un processo di purificazione per separare la porpora dagli altri componenti del mollusco. Si tratta di un processo delicato che richiedeva abilità e conoscenza;
  • fissaggio del colore: la porpora veniva fissata sui tessuti attraverso un processo di tintura.

Come abbiamo accennato, la porpora fenicia era utilizzata per tingere tessuti di lusso, creando abiti e tessuti pregiati che simboleggiavano lo status e il potere. Solo le classi più elevate potevano permettersi di indossare abiti tinti di porpora, il che conferiva loro uno status distintivo nella società antica.

Come si ricava la porpora dal murice oggi

Sebbene il processo tradizionale fosse efficace, richiedeva enormi quantità di molluschi per produrre anche una modesta quantità di porpora. Questo può mettere a rischio le popolazioni di Murex, specialmente se la pratica non è gestita in modo sostenibile.

Poiché la raccolta e la lavorazione della porpora possono avere impatti negativi sull’ambiente marino circostante, inclusa la distruzione degli habitat e l’inquinamento, l’industria tessile moderna sta esplorando nuove vie per utilizzare questa tintura preziosa in modo sostenibile ed etico, rispettando al contempo l’antica arte dell’estrazione della porpora dal murice.

La ricerca si è concentrata infatti su alternative più sostenibili e convenienti, portando a diverse innovazioni come:

  • biotecnologie: gli scienziati hanno sviluppato metodi per produrre porpora utilizzando tecniche di ingegneria genetica e coltura cellulare. Questo permette di produrre la tintura senza dover raccogliere eccessivamente i molluschi, evitando così di distruggere l’equilibrio marino.
  • processi ecologici: alcune aziende stanno esplorando metodi per estrarre la porpora utilizzando processi ecologici e sostenibili, riducendo l’impatto ambientale dell’industria tessile.
  • sviluppi chimici: creazione di nuovi solventi e processi di estrazione che migliorano l’efficienza e riducono i costi rispetto ai metodi tradizionali.

Parliamo di un’antica arte che continua a evolversi grazie alla ricerca e alla tecnologia moderna, mettendo al centro la sensibilità attuale verso il benessere degli animali e la sostenibilità ambientale.

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